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Fotografie Namibia

Finalmente ce l’ho fatta!!!! 

Sono riuscito a caricare qualche foto della Namibia!

 


Questo è solo un piccolo assaggio, ma se siete curiosi andate a vedere, su Flickr naturalmente oppure seguite questo link: Foto Namibia

Beh non aspettatevi chissà quali scatti, ma insomma io ci ho provato 🙂

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Vorrei essere breve, ma so che non ce la farò, quindi se avete voglia, questo è il resoconto del viaggio, buona lettura 🙂

Inizia il lungo viaggio aereo. Subito il primo problema. Il piano voli prevede 1h30′ di scalo al Cairo; peccato che il nostro aereo abbia 1h40′ di ritardo!!! Fortunatamente non eravamo gli unici a dover prendere la coincidenza e quindi ci hanno aspettato, ma che corsa!!!!!

Arrivati a Windhoek, svolte le pratiche doganali e cambiato un po’ di soldi, ci accompagnano in agenzia per il noleggio del’auto. La macchina è spettacolare: nuova, potente e gigantesca, con la tenda sul tetto! Dopo un approfondito breafing sul percorso da fare ce ne andiamo in hotel per un meritato riposo, arrivare fin qui è stata una faticaccia.

Inizia il primo vero giorno in Namibia. Passiamo la mattinata a visitare la città e dopo aver fatto un po’ di spesa accendiamo il motore, destinazione Mariental, ai margini del deserto del Kalahari. A dire il vero le dune trasversali di questo deserto non ci hanno colpito particolarmente, forse ci aspettavamo qualcosa di diverso; fatto sta che vediamo i primi animali e i mitici tessitori, uccelli sociali che costruscono nidi immensi sugli alberi, uno spettacolo. In serata arriviamo a Mariental, vorremmo proseguire oltre, ma è un po’ tardi. E’ quindi, tempo di montare la tenda, la sera arriva velocemente, la notte invece è lunghissima, il freddo è pungente; mi aspettavo temperature rigide, ma non così tanto.

Finalmente è mattina, siamo praticamente surgelati, ma bisogna mettersi in macchina presto, puntiamo verso sud, destianazione Fish river Canyon. Il sorgere del sole arriva mentre siamo per strada, nel deserto … che spettacolo!! Ci fermiamo per fotografare il momento, ma le foto non rendono giustizia!! Siamo soli, su una strada in mezzo al nulla, l’unico rumore è il vento che soffia!!!

Fortunatamente siamo partiti presto, arriviamo ad Ai-ais nel tardo pomeriggio. Si monta la tenda e poi andiamo a rilassarci nelle piscine termali.

La sveglia è meno feroce del giorno precedente. Ci attende una giornata di relativo relax, passeremo la prossima notte ancora qui. La giornata è dedicata alla visita della zona. Questo Canyon, secondo come dimensioni solo al Gran Canyon, è veramente impressionate; ci spostiamo tra i vari view point per ammirare il panorama e fare 2 passi. Il vento soffia teso e solleva la sabbia, la sensazione di desolazione e solitudine è amplificata dalla maestosità del paesaggio.

Altra sveglia all’alba, dobbiamo fare molta strada perchè arriviamo sull’oceano, a Luderitz, ma abbiamo deciso di fiancheggiare l’Orange River, il confine con il Sud Africa. Anche in questa giornata sono i paesaggi a farla da padroni. Prima le praterie, poi il deserto. Ad Aus ci fermiamo per vedere i cavalli selvaggi, ci sono diverse teorie sull’origine di questa mandria, composta da qualche centiaio di esemplari. Appena arrivati andiamo a prenotare la crociera sulla Selina, per ammirare la costa dal mare. Il freddo qui è intenso decidiamo quindi di lasciar perdere la tenda e ci prenotiamo un albergo.

Sono le 8:00, si salpa. Eravamo convinti che la barca fosse piena ed invece sorpresa, siamo gli unici due, la barca è tutta nostra! Il capitano ci racconta dei diamanti, siamo infatti ai margini della zona proibita, dei problemi della Namibia e della città in particolare. Ci parla poi dei pinguini che stiamo per vedere e delle otarie. Il tempo passa veloce ed è ora di fare ritorno verso il porto. Spegnamo il motore e procediamo a vela, la pace è assoluta!!! Nel pomeriggio visitiamo la costa, è anche la prima occasione di provare effettivamente le capacità del fuoristrada, la Vale è un po’ preoccupata, ma la pista non è poi così male. Ci spingiamo a sud tra cale, calette e fiordi, arriviamo fino ad un vecchio avamposto dell’inizio del secolo scorso per la pesca alle balene. Incredibile non abbiamo mai incontrato nessuno, ma siamo forse gli unici a visitare questi posti!?!? La sera andiamo a mangiare in un pub, il posto è molto affollato e c’è musica dal vivo: spettacolo!

Quella che ci attende oggi è una tappa molto importante, siamo infatti diretti a Sossusvlei, nel deserto del Namib, il più antico del pianeta, per ammirare le famose dune rosse. Partiamo presto, come sempre la strada è tanta ed il tempo tiranno. Ancora una volta paesaggi diversi fanno da sfondo la nostro procedere. Doveva essere una giornata di trasferimento ed invece siamo continuamente rapiti dal panorama. Arriviamo prima del previsto e quindi non perdiamo tempo, ci buttiamo nel parco per ammirare il tramonto dalle dune. Dire spettacolare è dire poco, il sole cala e lascia spazio ad una luce quasi irreale. Dobbiamo correre bisogna fare 60 km e tra un’ora il parco chiude!!! in teoria ci sono i limiti di velocità, ma per una volta non siamo proprio ligi al dovere, certo che potrebbero anche essere un po’ più elastici negli orari! Dopo un’ottima cena andiamo a nanna domani ci si sveglia presto, molto presto.

Ore 4.15, suona la sveglia. E’ buio, si congela, ma non possiamo perdere tempo, abbiamo poco più di un’ora per chiudere la tenda e fare i 45 km che ci separano dalla famosa duna 45, prima che sorga il sole. Arriviamo giusto in tempo ed iniziamo a salire. Nonostante ci sia tanta gente, c’è un silezio irreale; siamo circa a metà della duna quando sorge il sole. Incredibile, non sono parole per descrivere lo spettacolo, le luci, le ombre e i colori. Raggiungiamo la cima e ci fermiamo a godere del primo calore mattutino. Passiamo il resto della mattinata a visitare Sossusvlei, il lago fra le dune, che mi aspettavo asciutto e al contrario troviamo acqua, andiamo anche nella Deadvlei, depressione caratterizzata dal alberi morti. Nel pomeriggio breve trekking nel Sesriem Canyon, dove abbiamo anche un incontro ravvicinato con un piccolo serpente, sembra sia li proprio per farsi fotografare. Chiudiamo questa giornata dedicata alla sabbia del Namib con la visita alla duna di Elim; ormai siamo dei Sand Lover! 🙂

Altra sveglia presto, dobbiamo infatti arrivare a Swakopmund prima delle cinque, per prenoare la crociera del giorno dopo. La prima tappa è Solitaire, un posto veramente solitario, ci sono solo 2 o 3 case e un distributore di benzina. Un danese pazzo ha aperto una panetteria buonissima, la torta di mele è eccezzionale. Impossibile perdersi questa colazione. Il viaggio continua tra panorami mozzafiato e l’arrivo a Swakop è impressionante: dopo giorni di nulla arriviamo ad una città vera! strade asfaltate, semafori, gente in giro. Sta piovendo!!! dicono che sono 15 anni che non fa questo tempo, siamo sempre fortunati! 🙂 Ma siamo comunque fiduciosi nel tempo e prenotiamo la crociera per il mattino seguente. Il resto del pomeriggio è dedicato ad un po’ di shopping e poi la cena al mitico Tug, ristorante di ottimo livello.

Ore 9.00 ci imbarchiamo sul nostro catamarano, il tempo è splendido e non fa nemmeno troppo freddo. Come si vede che qui siamo in una città, la barca è strapiena di gente, e l’organizzazione è eccezzionale. Vediamo otarie, pellicani, delfini e balene. La crociera è molto bella e divertente. ci viene anche servito un’ottimo pranzo a base di ostriche e altre delizie. Nel pomeriggio visita alle saline, sono immense e per poco non rimaniamo insabbiati … per poco 🙂 poi un giretto in città ed un aperitivo al tramonto sul molo, cosa si può volere di più!?!?

Siamo nuovamente in macchina, per un altro lungo trasferimento. Siamo diretti a Twyfelfontein, per la visita ai graffiti. Ma prima … dobbiamo vedere Cape Cross, dove c’è una grossa colonia di otarie. La puzza è devastante ma lo spettacolo incredibile. Tantissimi animali, saranno migliaia, maschi femmine e cuccioli di qualche mese. Poi via verso la Skeleton coast. Territorio desertico dove a causa delle forti correnti si sono verificati moltissimi naufragi. Abbiamo l’occasione di vedere solo un relitto, la il panorama è spettacolare, mette i brividi. Ovviamente non c’è nessuno. In circa 150 km abbiamo incontrato 1 macchina. Purtroppo il tempo a nostra disposizione non ci permette di visitare quanto vorremmo e siamo costretti a tornare indietro prima che chiudano i cancelli del parco. Arriviamo a destinazione in serata. è già il 24 agosto, siamo in viaggio già da 10 giorni!

Alle otto siamo all’ingresso del parco di Twyfelfontein per la visita ai grafiti. La nostra guida lascia molto a desiderare e la visita non è granchè. Certo è affasciante il fatto che siano stati fatti 2000 anni fa, che siamo a circa 200 km dal mare e tra i vari disegni c’è anche quello di un’otaria, ma insomma non è nulla di molto diverso da quello che si vede in val Camonica. Ovviamente la Vale dice che sono una bestia insensibile. Terminata la visita decidiamo di dirigerci a sud, per vedere la White lady, sui monti del Brandberg. La strada e lunghissima e dobbiamo poi ritornare a nord prima di sera. Decidiamo quindi di prendere una scorciatoia, sulla cartina la strada sembra buona. Sbagliato la strada è assurda e mette alla prova il nostro fuoristrada; dobbiamo pure fare un guado. Molto divertente 🙂 (la vale è un po’ preoccupata a dire il vero) ma questi ci fa perdere ulteriore tempo. Arriviamo all’ingresso del parco alle 13.00 il caldo è devastante e i 45 minuti di cammino sotto il sole si fanno sentire. La nostra guida è decisamente più simpatica di quella della mattina. Ci parla della storia dei dipinti, della geografia della zona, degli animali presenti. Il dipinto è purtroppo poco visibile, a causa dell’età, immagino. Io dico che dovrebbero ripassarlo, la Vale insiste nel dire che sono una bestia insensibile!! 🙂 Torniamo alla macchina, e ci rimettiamo in marcia, abbiamo ancora almeno 300 km da fare ed tardissimo. Decidiamo di cambiare stada rispetto all’andata, speriamo di trovare una strada più veloce ma non è così. E’ ormai buio quando mi appresto a superare un passo dalla strada non proprio ottimale. La Vale è un po’ preoccupata, ma pian pianino non abbiamo alcun problema. E’ ormai chiaro che non riusciamo ad arrivare alla nostra meta finale. Ci fermiamo in un campeggio subito dopo la “linea rossa” (un cordone sanitario per i gli animali, imposto dopo la peste bovina dell’inizio del secolo scorso).

Meta della giornata di oggi sono le Epupa Falls, praticamente sul confine con Angola. Stiamo abbandonando il Damaraland per entrare nel Kaokoland, territorio degli Himba. La mattina procede veloce tra varie pause fotografiche. In lontananza vediamo anche i nostri primi elefanti. La strada è ottima, nonostante quello che abbiamo letto prima della partenza, ad esclusione di un passo, dove la pendenza è impressionante. Arriviamo alle cascate nel pomeriggio, sistemata la tenda facciamo una passeggiata per visitare la zona. Le falls sono molto belle e in effetti ricordano, in piccolo, le cascate vittoria. Siamo seduti ad un bar quando arriva un ragazzo che ci offre di andare a visitare un villaggio Himba la mattina dopo, dopo aver contrattato un po’ sul prezzo accettiamo l’offerta, è per questo motivo che siamo venuti in questa zona. La ragazza al bar ci chiede se il giorno dopo possiamo dare un passaggio in città alla sorella. Anche in questo caso accettiamo, ma senza aver contrattato 🙂

Puntualissima la nostra guida viene a prenderci, andiamo a visitare il villaggio. Ovviamente sono suoi parenti, la zia è una donna di più di ottant’anni, la guida ci spiega che tra gli himba è molto raro vivere fino a questa età; non fatico a crederlo viste anche le condizioni igeniche in cui vivono. Si ma chi sono gli himba? Si tratti di un’etnia Herero che vive ancora secondo costumi tradizionali. Le donne vanno in giro a seno nudo, vestite solo con un gonnellino e si coprono corpo e capelli con una pasta di color arancione a base di ocra e burro. Il villaggio è molto piccolo, ci saranno 6 o 7 persone, una ragazza giovane con una bimba di qualche mese un’altra donna e dei bambini. Gli himba sono anche molto vanitosi e amano farsi fotografare, ovviamente io mi scateno. Tornati indietro raccogliamo la nostra autostoppista che sorpresa non è sola, ma con la figlia, e ulteriore sorpresa non sono sole ma c’è anche un’amica con la figlia. Facciamo un po’ di posto in macchina e si parte, ci vogliono 3 ore per raggiungere la città. Arrivati a destinazione decidiamo che il primo villaggio non è stato sufficiente e così, su consiglio della lonely, cerchiamo Queen Elisabath, una guida locale. Anche qui dopo una breve contrattazione ci dirigiamo verso un nuovo villaggio, questa volta decisamente più grande, Queen ci spiega che ci sono circa un centinaio di abitanti. Veniamo accolti da delle ragazzine che ci abbracciano e ci sporcano di ocra … va beh fa parte del gioco. Anche in questo caso foto a manetta, ci mostrano le capanne dove vivono, la macinatura del grano ed un mercatino dove cercano di venderci braccialetti e collanine. Passiamo un po’ di tempo a giocare con i bimbi, poi Elisabeth ci porta a vedere un villaggio erero. Qui i costumi sono estremamente differenti, le donne si vestono con abiti in stile vittoriano (secondo loro); sono comunque molto belli. Regaliamo un po’ di penne ai bimbi e poi torniamo in città, siamo stanchi e luridi, abbiamo bisogno di una doccia.

Questa giornata è un po’ un inutile avvicinamento al parco Etosha, che in parte costeggiamo, dopo un po’ di indecisione decidiamo di dormire ad Otjiwarongo, una piccola cittadina a sud del parco.

Si parte presto, dobbiamo raggiungere l’Ethosa. La Vale non è al 100% della forma, ma stringe i denti e si infila in macchina, grandiosa! svolte un po’ di pratiche burocratiche, pagamento dell’ingresso, assegnazione della piazzola, ecc, iniziamo il nostro safari: giraffe, springbok, orici, zebre, animali di ogni tipo, che spettacolo. All’improvviso, dietro una curva ecco che sbuca il sedere di un enorme elefante. Piano piano mi avvicino, lui cammina si gira, ci guarda e riprende a camminare. io mi avvicino e lui si rigira, questo balletto dura per un po’ e poi decide di lasciarci passare, spostandosi di lato. lo supero e mi fermo 10 metri più avanti per ammirarlo meglio; che gigante!

La sera andiamo alla pozza d’acqua. è un susseguirsi di animali, dagli elefanti ai rinoceronti, tutti che vengono a bere, le parole non rendono giustizia allo spettacolo.

La mattina seguente è il turno dei felini, leoni con i cuccioli, leonesse, poi un ghepardo. Insomma i tre giorni nell’Etosha sono veramente spettacolari; impossibile descrivere tutto quello che abbiamo visto e fatto. Bisogna esserci, per cogliere i rumori, gli odori, le emozioni.

Il nostro lungo viaggio volge al termine, per questa penultima notte abbiamo prenotato un mega-lodge, all’interno di una riserva per il recupero dei felini vissuti in cattività o feriti. Il posto è immenso, ha un parco di più di 20.000 ettari. Appena arrivati ci propongono un safari alla ricerca del leopardo, ovviamente accettiamo. Ci ritroviamo su una jeep guidata da un pazzo scatenato, per cercare il felino si butta nel bush, si lascia già da discese impressionanti. Veramente divertente e alla fine eccolo, quasi invisibile in mezzo agli arbusti. Non c’è niente da fare il leopardo è il migliore, il più elegante. Il lodge è spettacolare, la nostra camera ha una vista incredibile sulla savana, la cena è ottima. Andiamo a letto presto la mattina ci attende un safari a piedi tra i ghepardi.

La sveglia è alle 5.30, alle sei si parte. Il safari è bello e interessante. Ci spiegano come trovano i felini e le tecniche per la reintroduzione in natura. Dopo una mezz’ora di trekking li avvistiamo, sono 4 ghepardi e stanno cacciando. Riusciamo a fare anche tante fotografie. Ma ormai ci siamo è tempo di tornare a Windhoek, domani abbiamo l’aereo per il rientro in Italia.

Le emozioni che ti lascia un viaggio come questo sono indescrivibili. Credo che possa saperlo solo chi c’è stato. I colori, i rumori e i paesaggi. Ma anche la gente, sempre allegra ed ospitale, anche chi magari non ha nulla. Abbiamo conosciuto tante persone, tutte diverse, tutte simpatiche. Italiani, sud africani, australiani, francesi e tedeschi, oltre naturalmente ai namibiani.

Un consiglio, se avete la possibilità andate … l’Africa è sempre l’Africa.

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