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Archive for the ‘Viaggi’ Category

Copenhagen è una città strapiena di ristoranti; c’è ne sono di tutti i tipi e per ogni gusto.

Dopo averne provati diversi: stellati o non, cari e meno cari (qui gli economici non esistono), danesi, italiani, giapponesi, francesi e così via, ieri sera abbiamo optato per il messicano.

È stata una bella sorpresa. Abbiamo preso dei nacos con formaggio e poi fajitas. Non dico che sembrasse di essere catapultati in Messico, ma sombreri appesi alle pareti, immagini e graffiti facevano da cornice ad un’allegra atmosfera. Il cibo è buono, forse un po’ troppo piccante, ma una birra in più sistema le cose.

Insomma viva il TexMex alla danese.

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Foto Spagna

Con il mio solito ritardo, ho pubblicato qualche foto, poche a dire la verità, del recente viaggio in Spagna.
Un breve riassunto di immagini, colori, impressioni di due splendide città: Madrid e Toledo.

Le foto sono pubblicate, come sempre su flickr, se siete interessati guardate qui.

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Alla fine non abbiamo resistito.
Avevamo deciso di rimanere in Italia, di non fare nulla, di starcene tranquilli a casa.
Ancora una volta a voglia di andare via ha avuto la meglio, e quindi ci siamo regalati 4 giorni a Madrid.

Bello! veramente bello! La città è splendida: vie, piazze e monumenti; i musei, che io non amo particolarmente, infatti mi sono rifiutato di entrare al Prado, siamo però andati al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia a vedere Guernica … che spettacolo! Poi c’è la gente, tanta, tantissima in giro giorno e notte; addirittura più di notte che la mattina. Noi, facendo vita da turisti, non abbiamo mai fatto grandi notti folli, però il drink serale non ce lo siamo mai fatti mancare 🙂
Insomma che dire, davvero un bel viaggio, se pur breve.

Poi c’è stato il rientro. Uno arriva all’aereoporto di Madrid e vede una super struttura, progettata da un grande architetto, io non ricordo il nome ci vorrebbe la Vale che è esperta in questo campo, spazi enormi, tutto funzionale e funzionate.
Sali sull’aereo e atterri a Malpensa.
La differenza è a dir poco enorme: da una parte mega travi in acciaio colorato ancorate a piloni in cemento armato, qui da noi squallidi pannelli prefabbricati che dividono spazi angusti e poco funzionali. Insomma certo i due aereoporti non possono essere paragonati: il primo un super hub internazionale che smista milioni di passeggeri all’anno, il secondo, purtroppo, un piccolo aereoporto che nonostante le potenzialità non spiccherà mai il volo se le cose non cambiano in modo drastico.

Una volta scesi arriva il momento del ritiro bagagli: all’andata e quindi a Madrid, il tempo di arrivare ai tapis roulant, due minuti di attesa e via, esattamente come dovrebbe essere. ieri un’odissea. Scesi dall’aereo i monitor non indicano il tapis roulant su cui sarebbero stati scaricati i nostri bagagli; dopo 40, e dico quaranta, minuti (cazzo) di attesa finalmente si degnano di far partire quell’aggeggio che ovviamente dopo due minuti si blocca. Arriva finalmente un tecnico, vi lascio immaginare con quale voglia ed entusiasmo, che dopo aver trafficato un po’ fa ripartire il meccanismo e finalmente le valigie arrivano. Morale della favola: 55 minuti di attesa e 3 treni per la città persi.

Mi chiedo se è possibile una cosa del genere: far aspettare quasi un’ora per una roba che è di routine. In una città che avrebbe la pretesa di ospitare l’EXPO 2015, non siamo nemmeno in grado di gestire 4 bagagli in un aereoporto vuoto.

Ma almeno, per questa volta, i bagagli sono arrivati.

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Fotografie Namibia

Finalmente ce l’ho fatta!!!! 

Sono riuscito a caricare qualche foto della Namibia!

 


Questo è solo un piccolo assaggio, ma se siete curiosi andate a vedere, su Flickr naturalmente oppure seguite questo link: Foto Namibia

Beh non aspettatevi chissà quali scatti, ma insomma io ci ho provato 🙂

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Vorrei essere breve, ma so che non ce la farò, quindi se avete voglia, questo è il resoconto del viaggio, buona lettura 🙂

Inizia il lungo viaggio aereo. Subito il primo problema. Il piano voli prevede 1h30′ di scalo al Cairo; peccato che il nostro aereo abbia 1h40′ di ritardo!!! Fortunatamente non eravamo gli unici a dover prendere la coincidenza e quindi ci hanno aspettato, ma che corsa!!!!!

Arrivati a Windhoek, svolte le pratiche doganali e cambiato un po’ di soldi, ci accompagnano in agenzia per il noleggio del’auto. La macchina è spettacolare: nuova, potente e gigantesca, con la tenda sul tetto! Dopo un approfondito breafing sul percorso da fare ce ne andiamo in hotel per un meritato riposo, arrivare fin qui è stata una faticaccia.

Inizia il primo vero giorno in Namibia. Passiamo la mattinata a visitare la città e dopo aver fatto un po’ di spesa accendiamo il motore, destinazione Mariental, ai margini del deserto del Kalahari. A dire il vero le dune trasversali di questo deserto non ci hanno colpito particolarmente, forse ci aspettavamo qualcosa di diverso; fatto sta che vediamo i primi animali e i mitici tessitori, uccelli sociali che costruscono nidi immensi sugli alberi, uno spettacolo. In serata arriviamo a Mariental, vorremmo proseguire oltre, ma è un po’ tardi. E’ quindi, tempo di montare la tenda, la sera arriva velocemente, la notte invece è lunghissima, il freddo è pungente; mi aspettavo temperature rigide, ma non così tanto.

Finalmente è mattina, siamo praticamente surgelati, ma bisogna mettersi in macchina presto, puntiamo verso sud, destianazione Fish river Canyon. Il sorgere del sole arriva mentre siamo per strada, nel deserto … che spettacolo!! Ci fermiamo per fotografare il momento, ma le foto non rendono giustizia!! Siamo soli, su una strada in mezzo al nulla, l’unico rumore è il vento che soffia!!!

Fortunatamente siamo partiti presto, arriviamo ad Ai-ais nel tardo pomeriggio. Si monta la tenda e poi andiamo a rilassarci nelle piscine termali.

La sveglia è meno feroce del giorno precedente. Ci attende una giornata di relativo relax, passeremo la prossima notte ancora qui. La giornata è dedicata alla visita della zona. Questo Canyon, secondo come dimensioni solo al Gran Canyon, è veramente impressionate; ci spostiamo tra i vari view point per ammirare il panorama e fare 2 passi. Il vento soffia teso e solleva la sabbia, la sensazione di desolazione e solitudine è amplificata dalla maestosità del paesaggio.

Altra sveglia all’alba, dobbiamo fare molta strada perchè arriviamo sull’oceano, a Luderitz, ma abbiamo deciso di fiancheggiare l’Orange River, il confine con il Sud Africa. Anche in questa giornata sono i paesaggi a farla da padroni. Prima le praterie, poi il deserto. Ad Aus ci fermiamo per vedere i cavalli selvaggi, ci sono diverse teorie sull’origine di questa mandria, composta da qualche centiaio di esemplari. Appena arrivati andiamo a prenotare la crociera sulla Selina, per ammirare la costa dal mare. Il freddo qui è intenso decidiamo quindi di lasciar perdere la tenda e ci prenotiamo un albergo.

Sono le 8:00, si salpa. Eravamo convinti che la barca fosse piena ed invece sorpresa, siamo gli unici due, la barca è tutta nostra! Il capitano ci racconta dei diamanti, siamo infatti ai margini della zona proibita, dei problemi della Namibia e della città in particolare. Ci parla poi dei pinguini che stiamo per vedere e delle otarie. Il tempo passa veloce ed è ora di fare ritorno verso il porto. Spegnamo il motore e procediamo a vela, la pace è assoluta!!! Nel pomeriggio visitiamo la costa, è anche la prima occasione di provare effettivamente le capacità del fuoristrada, la Vale è un po’ preoccupata, ma la pista non è poi così male. Ci spingiamo a sud tra cale, calette e fiordi, arriviamo fino ad un vecchio avamposto dell’inizio del secolo scorso per la pesca alle balene. Incredibile non abbiamo mai incontrato nessuno, ma siamo forse gli unici a visitare questi posti!?!? La sera andiamo a mangiare in un pub, il posto è molto affollato e c’è musica dal vivo: spettacolo!

Quella che ci attende oggi è una tappa molto importante, siamo infatti diretti a Sossusvlei, nel deserto del Namib, il più antico del pianeta, per ammirare le famose dune rosse. Partiamo presto, come sempre la strada è tanta ed il tempo tiranno. Ancora una volta paesaggi diversi fanno da sfondo la nostro procedere. Doveva essere una giornata di trasferimento ed invece siamo continuamente rapiti dal panorama. Arriviamo prima del previsto e quindi non perdiamo tempo, ci buttiamo nel parco per ammirare il tramonto dalle dune. Dire spettacolare è dire poco, il sole cala e lascia spazio ad una luce quasi irreale. Dobbiamo correre bisogna fare 60 km e tra un’ora il parco chiude!!! in teoria ci sono i limiti di velocità, ma per una volta non siamo proprio ligi al dovere, certo che potrebbero anche essere un po’ più elastici negli orari! Dopo un’ottima cena andiamo a nanna domani ci si sveglia presto, molto presto.

Ore 4.15, suona la sveglia. E’ buio, si congela, ma non possiamo perdere tempo, abbiamo poco più di un’ora per chiudere la tenda e fare i 45 km che ci separano dalla famosa duna 45, prima che sorga il sole. Arriviamo giusto in tempo ed iniziamo a salire. Nonostante ci sia tanta gente, c’è un silezio irreale; siamo circa a metà della duna quando sorge il sole. Incredibile, non sono parole per descrivere lo spettacolo, le luci, le ombre e i colori. Raggiungiamo la cima e ci fermiamo a godere del primo calore mattutino. Passiamo il resto della mattinata a visitare Sossusvlei, il lago fra le dune, che mi aspettavo asciutto e al contrario troviamo acqua, andiamo anche nella Deadvlei, depressione caratterizzata dal alberi morti. Nel pomeriggio breve trekking nel Sesriem Canyon, dove abbiamo anche un incontro ravvicinato con un piccolo serpente, sembra sia li proprio per farsi fotografare. Chiudiamo questa giornata dedicata alla sabbia del Namib con la visita alla duna di Elim; ormai siamo dei Sand Lover! 🙂

Altra sveglia presto, dobbiamo infatti arrivare a Swakopmund prima delle cinque, per prenoare la crociera del giorno dopo. La prima tappa è Solitaire, un posto veramente solitario, ci sono solo 2 o 3 case e un distributore di benzina. Un danese pazzo ha aperto una panetteria buonissima, la torta di mele è eccezzionale. Impossibile perdersi questa colazione. Il viaggio continua tra panorami mozzafiato e l’arrivo a Swakop è impressionante: dopo giorni di nulla arriviamo ad una città vera! strade asfaltate, semafori, gente in giro. Sta piovendo!!! dicono che sono 15 anni che non fa questo tempo, siamo sempre fortunati! 🙂 Ma siamo comunque fiduciosi nel tempo e prenotiamo la crociera per il mattino seguente. Il resto del pomeriggio è dedicato ad un po’ di shopping e poi la cena al mitico Tug, ristorante di ottimo livello.

Ore 9.00 ci imbarchiamo sul nostro catamarano, il tempo è splendido e non fa nemmeno troppo freddo. Come si vede che qui siamo in una città, la barca è strapiena di gente, e l’organizzazione è eccezzionale. Vediamo otarie, pellicani, delfini e balene. La crociera è molto bella e divertente. ci viene anche servito un’ottimo pranzo a base di ostriche e altre delizie. Nel pomeriggio visita alle saline, sono immense e per poco non rimaniamo insabbiati … per poco 🙂 poi un giretto in città ed un aperitivo al tramonto sul molo, cosa si può volere di più!?!?

Siamo nuovamente in macchina, per un altro lungo trasferimento. Siamo diretti a Twyfelfontein, per la visita ai graffiti. Ma prima … dobbiamo vedere Cape Cross, dove c’è una grossa colonia di otarie. La puzza è devastante ma lo spettacolo incredibile. Tantissimi animali, saranno migliaia, maschi femmine e cuccioli di qualche mese. Poi via verso la Skeleton coast. Territorio desertico dove a causa delle forti correnti si sono verificati moltissimi naufragi. Abbiamo l’occasione di vedere solo un relitto, la il panorama è spettacolare, mette i brividi. Ovviamente non c’è nessuno. In circa 150 km abbiamo incontrato 1 macchina. Purtroppo il tempo a nostra disposizione non ci permette di visitare quanto vorremmo e siamo costretti a tornare indietro prima che chiudano i cancelli del parco. Arriviamo a destinazione in serata. è già il 24 agosto, siamo in viaggio già da 10 giorni!

Alle otto siamo all’ingresso del parco di Twyfelfontein per la visita ai grafiti. La nostra guida lascia molto a desiderare e la visita non è granchè. Certo è affasciante il fatto che siano stati fatti 2000 anni fa, che siamo a circa 200 km dal mare e tra i vari disegni c’è anche quello di un’otaria, ma insomma non è nulla di molto diverso da quello che si vede in val Camonica. Ovviamente la Vale dice che sono una bestia insensibile. Terminata la visita decidiamo di dirigerci a sud, per vedere la White lady, sui monti del Brandberg. La strada e lunghissima e dobbiamo poi ritornare a nord prima di sera. Decidiamo quindi di prendere una scorciatoia, sulla cartina la strada sembra buona. Sbagliato la strada è assurda e mette alla prova il nostro fuoristrada; dobbiamo pure fare un guado. Molto divertente 🙂 (la vale è un po’ preoccupata a dire il vero) ma questi ci fa perdere ulteriore tempo. Arriviamo all’ingresso del parco alle 13.00 il caldo è devastante e i 45 minuti di cammino sotto il sole si fanno sentire. La nostra guida è decisamente più simpatica di quella della mattina. Ci parla della storia dei dipinti, della geografia della zona, degli animali presenti. Il dipinto è purtroppo poco visibile, a causa dell’età, immagino. Io dico che dovrebbero ripassarlo, la Vale insiste nel dire che sono una bestia insensibile!! 🙂 Torniamo alla macchina, e ci rimettiamo in marcia, abbiamo ancora almeno 300 km da fare ed tardissimo. Decidiamo di cambiare stada rispetto all’andata, speriamo di trovare una strada più veloce ma non è così. E’ ormai buio quando mi appresto a superare un passo dalla strada non proprio ottimale. La Vale è un po’ preoccupata, ma pian pianino non abbiamo alcun problema. E’ ormai chiaro che non riusciamo ad arrivare alla nostra meta finale. Ci fermiamo in un campeggio subito dopo la “linea rossa” (un cordone sanitario per i gli animali, imposto dopo la peste bovina dell’inizio del secolo scorso).

Meta della giornata di oggi sono le Epupa Falls, praticamente sul confine con Angola. Stiamo abbandonando il Damaraland per entrare nel Kaokoland, territorio degli Himba. La mattina procede veloce tra varie pause fotografiche. In lontananza vediamo anche i nostri primi elefanti. La strada è ottima, nonostante quello che abbiamo letto prima della partenza, ad esclusione di un passo, dove la pendenza è impressionante. Arriviamo alle cascate nel pomeriggio, sistemata la tenda facciamo una passeggiata per visitare la zona. Le falls sono molto belle e in effetti ricordano, in piccolo, le cascate vittoria. Siamo seduti ad un bar quando arriva un ragazzo che ci offre di andare a visitare un villaggio Himba la mattina dopo, dopo aver contrattato un po’ sul prezzo accettiamo l’offerta, è per questo motivo che siamo venuti in questa zona. La ragazza al bar ci chiede se il giorno dopo possiamo dare un passaggio in città alla sorella. Anche in questo caso accettiamo, ma senza aver contrattato 🙂

Puntualissima la nostra guida viene a prenderci, andiamo a visitare il villaggio. Ovviamente sono suoi parenti, la zia è una donna di più di ottant’anni, la guida ci spiega che tra gli himba è molto raro vivere fino a questa età; non fatico a crederlo viste anche le condizioni igeniche in cui vivono. Si ma chi sono gli himba? Si tratti di un’etnia Herero che vive ancora secondo costumi tradizionali. Le donne vanno in giro a seno nudo, vestite solo con un gonnellino e si coprono corpo e capelli con una pasta di color arancione a base di ocra e burro. Il villaggio è molto piccolo, ci saranno 6 o 7 persone, una ragazza giovane con una bimba di qualche mese un’altra donna e dei bambini. Gli himba sono anche molto vanitosi e amano farsi fotografare, ovviamente io mi scateno. Tornati indietro raccogliamo la nostra autostoppista che sorpresa non è sola, ma con la figlia, e ulteriore sorpresa non sono sole ma c’è anche un’amica con la figlia. Facciamo un po’ di posto in macchina e si parte, ci vogliono 3 ore per raggiungere la città. Arrivati a destinazione decidiamo che il primo villaggio non è stato sufficiente e così, su consiglio della lonely, cerchiamo Queen Elisabath, una guida locale. Anche qui dopo una breve contrattazione ci dirigiamo verso un nuovo villaggio, questa volta decisamente più grande, Queen ci spiega che ci sono circa un centinaio di abitanti. Veniamo accolti da delle ragazzine che ci abbracciano e ci sporcano di ocra … va beh fa parte del gioco. Anche in questo caso foto a manetta, ci mostrano le capanne dove vivono, la macinatura del grano ed un mercatino dove cercano di venderci braccialetti e collanine. Passiamo un po’ di tempo a giocare con i bimbi, poi Elisabeth ci porta a vedere un villaggio erero. Qui i costumi sono estremamente differenti, le donne si vestono con abiti in stile vittoriano (secondo loro); sono comunque molto belli. Regaliamo un po’ di penne ai bimbi e poi torniamo in città, siamo stanchi e luridi, abbiamo bisogno di una doccia.

Questa giornata è un po’ un inutile avvicinamento al parco Etosha, che in parte costeggiamo, dopo un po’ di indecisione decidiamo di dormire ad Otjiwarongo, una piccola cittadina a sud del parco.

Si parte presto, dobbiamo raggiungere l’Ethosa. La Vale non è al 100% della forma, ma stringe i denti e si infila in macchina, grandiosa! svolte un po’ di pratiche burocratiche, pagamento dell’ingresso, assegnazione della piazzola, ecc, iniziamo il nostro safari: giraffe, springbok, orici, zebre, animali di ogni tipo, che spettacolo. All’improvviso, dietro una curva ecco che sbuca il sedere di un enorme elefante. Piano piano mi avvicino, lui cammina si gira, ci guarda e riprende a camminare. io mi avvicino e lui si rigira, questo balletto dura per un po’ e poi decide di lasciarci passare, spostandosi di lato. lo supero e mi fermo 10 metri più avanti per ammirarlo meglio; che gigante!

La sera andiamo alla pozza d’acqua. è un susseguirsi di animali, dagli elefanti ai rinoceronti, tutti che vengono a bere, le parole non rendono giustizia allo spettacolo.

La mattina seguente è il turno dei felini, leoni con i cuccioli, leonesse, poi un ghepardo. Insomma i tre giorni nell’Etosha sono veramente spettacolari; impossibile descrivere tutto quello che abbiamo visto e fatto. Bisogna esserci, per cogliere i rumori, gli odori, le emozioni.

Il nostro lungo viaggio volge al termine, per questa penultima notte abbiamo prenotato un mega-lodge, all’interno di una riserva per il recupero dei felini vissuti in cattività o feriti. Il posto è immenso, ha un parco di più di 20.000 ettari. Appena arrivati ci propongono un safari alla ricerca del leopardo, ovviamente accettiamo. Ci ritroviamo su una jeep guidata da un pazzo scatenato, per cercare il felino si butta nel bush, si lascia già da discese impressionanti. Veramente divertente e alla fine eccolo, quasi invisibile in mezzo agli arbusti. Non c’è niente da fare il leopardo è il migliore, il più elegante. Il lodge è spettacolare, la nostra camera ha una vista incredibile sulla savana, la cena è ottima. Andiamo a letto presto la mattina ci attende un safari a piedi tra i ghepardi.

La sveglia è alle 5.30, alle sei si parte. Il safari è bello e interessante. Ci spiegano come trovano i felini e le tecniche per la reintroduzione in natura. Dopo una mezz’ora di trekking li avvistiamo, sono 4 ghepardi e stanno cacciando. Riusciamo a fare anche tante fotografie. Ma ormai ci siamo è tempo di tornare a Windhoek, domani abbiamo l’aereo per il rientro in Italia.

Le emozioni che ti lascia un viaggio come questo sono indescrivibili. Credo che possa saperlo solo chi c’è stato. I colori, i rumori e i paesaggi. Ma anche la gente, sempre allegra ed ospitale, anche chi magari non ha nulla. Abbiamo conosciuto tante persone, tutte diverse, tutte simpatiche. Italiani, sud africani, australiani, francesi e tedeschi, oltre naturalmente ai namibiani.

Un consiglio, se avete la possibilità andate … l’Africa è sempre l’Africa.

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Partenza

E’ stata dura e faticosa, ma finalmente ci siamo!!!!
Domani si parte, destinazione Namibia!!!

Ormai è tutto pronto, valigia a parte, quella è da fare 🙂
La pianificazione del viaggio è stata lunga, e comunque ci sono ancora parecchie cose che dovremo definire, ma il giro è ormai fissato: clicca qui.

Non ho mai fatto un viaggio come questo,  ed oltre alla curiosità, alla voglia di viaggiare e di vedere posti nuovi, c’è anche la sfida di fare le cose per conto proprio! 

La macchina fotografica è pronta, il sacco a pelo anche; non resta che prendere l’aereo e partire.

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Namibia

No, non sono scappato in ferie senza dir niente a nessuno, magari!
Ultimamente il tempo di aggiornare questo spazio è veramente poco; so anche di essere monotono quando dico queste cose, ma purtroppo è la verità!

Cosa è successo in quest’ultimo periodo, oltre al lavoro????
Ah già, come vi avevo accennato, ho prenotato le ferie! Destinazione Namibia!!!

Innanzitutto c’è da dire che la Namibia è un paese molto tranquillo, o almeno lo spacciano come tale, quindi abbiamo optato per un’avventura: fly and drive di tre settimane.
Eh si, abbiamo noleggiato una megajeep con tanto di tenda sul tetto e via, avventura fai da te.

Il giro, a grandi linee, sarà più o meno questo: partenza da Windhoek, la capitale dello stato, direzione sud verso il Fish River Canyon, il secondo canyon più grande al mondo.  Quindi Luderitz, Swakopmund e la Skeleton Coast, Opuwo, nella regione degli Himba; infine l’Etosha National Park ed il ritorno a Windhoek.

Il viaggio si preannuncia intenso, ricco, faticoso e vario. La Namibia è un paese scarsamente popolato, potremo quindi godere di natura incontaminata ed immensi spazi deserti, ma anche della città “tedesca” di Luderitz, dove nemmeno sembra di essere in Africa. Sono anche molto attratto dalle etnie presenti: prima tra tutti gli Himba, ma anche i Damara. Ed infine gli animali: i grandi felini, i grandi erbivori, le agili gazzelle …

Praticamente non sono ancora partito e già ho il mad d’Africa! 🙂

Queste ultime settimane di attesa so già che saranno lunghe da passare … vabè, tanto il lavoro mi tiene occupato 🙂

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Ecco un breve riassunto del viaggetto in Francia. Forse un po’ lungo, ma il viaggio è stato davvero intenso, quindi se siete curiosi, armatevi di pazienza 🙂

Siamo partiti sabato mattina da Noli. Prima tappa Nizza. E’ davvero un bel posto, la città vecchia; viuzze, vicoli e piazzettine, e poi il lungomare. Dopo un veloce pranzo al mercato, da Chef Tereza, avremmo voluto assaggiare la Socca, ma purtroppo era terminata, ci siamo diretti verzo Antibes. Prima un bel giro al porto per ammirare barche a vela e mega-yacht, ma anche pescatori intenti nel loro hobby, poi un giro per la città vecchia, anch’essa molto bella. La sera abbiamo trovato una pensione a Juan le Pins, una bella cenetta letteralmente sulla spiaggia e poi nanna.

Il programma di domenica inizia con la visita alla profumeria Molinar. Interessante scoprire che il sistema per ottenere gli olii essenziali dei profumi è simile alla distillazione dei liquori. Poi si fa ritorno ad Antibes, e dopo un buon pranzo con una crepes, andiamo a vedere il museo di Picasso. Il tempo però è tiranno e quindi via di nuovo, destinazione Saint Raphael. Dopo una breve passeggiata sul lungomare decidiamo che non è il caso di passare molto tempo in questo posto, quindi via nuovamente verso la meta finale della giornata: Saint Tropez. Con una breve ricerca riusciamo a trovare un hotel che ci ospita ad un prezzo accettabile; una breve doccia e via alla scoperta della città. La vita è principalmente incentrata intorno al porto; effettivamente prendere un aperitivo al tramonto ha il suo perchè!!!

Lunedì mattina, dopo un giretto a Saint Tropez partiamo alla volta di Bandol e quindi di Cassis; questo posto è famoso per le calanche e per il vino. Fortunatamente siamo riusciti a fare un giro in barca per la visita delle prime, e naturalmente ho dovuto assaggiare e comprare un po’ del secondo 🙂 Ultima tappa della giornata è Saint Remy en Provance dove troviamo un pessimo albergo, ma per merito della Lonely anche un ottimo ristorante per la cena.

La prima tappa di martedì è la città Gallo/Romana di Glanum. Il sito archeologico è ottimamente conservato e la visita è interessante. Destinazione Arles, città in cui visse diversi anni Van Gogh. Anche qui ci sono parecchi resti romani da ammirare: l’anfiteatro, il teatro, le terme, ma la cosa che più ci attira sono i luoghi frequentati dal grande pittore. Ovunque in città sono state messe delle stele nei posti in cui era solito posizionare il cavalletto per dipingere. Interessante e suggestivo. Nel pomeriggio ci addentriamo nella riserva naturale della Camargue, alla volta delle saline e delle zone paludose ad esse adiacenti. Abbiamo anche la fortuna di osservare un bel gruppo di fenicotteri rosa. L’ultima tappa della giornata è Avignone, dove come al solito arriviamo abbastanza tardi e un po’ stanchi. Dopo cena, la visita serale della città, è rovinata dal Maestrale che soffia forte e teso.

Mercoledì. Il nostro viaggio volge quasi al termine e purtroppo il Mistral non accenna a diminuire. Facciamo un giro per la città, ma la Vale già la conosce quindi non ci soffermiamo più di tanto. Il programma è infatti quello di andare a Chateauneuf du Pape a visitare vigne e cantine. Ci accorgiamo presto che la visita delle cantine è meno facile del previsto e quindi dopo diversi tentativi ci accontentiamo di qualche degustazione e naturalmente qualche acquisto. Siamo in Provenza e non possiamo evitare la visita di qualche campo di lavanda. Purtroppo però la stagione è solo all’inizio e la lavanda non è ancora fiorita o per lo meno, non del tutto, i campi però sono comunque un bello spettacolo. Dopo qualche piccola difficoltà la sera troviamo posto per dormire ad Aix-en-Provance.

Siamo giunti all’ultimo giorno di viaggio, il tempo, bellissimo nei primi giorni, è ormai cambiato e la pioggia è incessante. E’ tempo di rimettersi in macchina sulla via di casa. Quello che rimane, come sempre, sono le immagini, i suoni, i profumi e le emozioni che siamo riusciti a catturare nel giro di questi giorni.

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Giornataccia

Oggi avrei voluto scrivere del cinema di ieri sera e del fatto che finalmente da domani sono in ferie, e quindi si parte per la Francia; ma, come sempre, l’utimo giorno di lavoro è massacrante e non ho avuto il tempo di far nulla.

Ci si vede tra una settimana … prometto aggiormanenti e foto 🙂

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Settimana

Questa settimana ero qui da solo, la Vale infatti era a Venezia. Nel complesso è stata abbastanza traquilla, tra lavoro, una cenetta con amici e un aperitivo.
Ieri infatti sono andato al Mom, in viale Montenero. Beh c’era molta più gente di quanto mi aspettassi, sarà anche che il caldo e il sole di questi giorni invogliano a stare in giro.

Ormai è deciso, venerdì prossimo si parte per la Francia, destinazione Provenza. Il giro esatto mi è ignoto, di queste cose si occupa la Vale, però sono molto curioso di vedere questa parte della Francia, dicono tutti essere molto bella.
Siamo ancora molto indecisi, invece, sulla meta estiva, che sarà certamente in Africa, ma si sa, l’Africa è grande. Martedì prossimo abbiamo un appuntamento con un’agenzia specializzata per vedere di capirci qualcosa… spero proprio arriveremo ad una conclusione. 


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