“I protagonisti di questa storia sono un merlo, una merla, che a quel tempo erano bianchi, e i loro tre figlioletti, bianchi anch’essi.
Vivevano in città, su un alto albero nei pressi di Porta Nuova. Con l’arrivo dell’inverno, avevano trovato casa sotto una gronda al riparo dalla neve che in quell’anno era particolarmente abbondante.
Il gelo rendeva difficile trovare il cibo; il merlo volava da mattina a sera in cerca di becchime per la sua famiglia e perlustrava invano tutti i giardini, i cortili e i balconi dei dintorni. La neve copriva ogni briciola.
Un giorno il merlo decise di volare ai confini di quella nevicata, per trovare un rifugio più mite per la sua famiglia. Intanto continuava a nevicare. La merla, per proteggere i merlottini intirizziti dal freddo, spostò il nido su un tetto vicino, dove fumava un comignolo da cui proveniva un po’ di tepore.
Tre giorni durò il freddo. E tre giorni stette via il merlo. Quando tornò indietro, quasi non riconobbe più la consorte e i figlioletti erano diventati tutti neri per il fumo del camino. Nel primo dì di febbraio comparve finalmente un pallido sole e uscirono tutti dal nido invernale; anche il capofamiglia si era scurito a contatto con la fuliggine.
Da allora i merli nacquero tutti neri, i merli bianchi diventarono un’eccezione e gli ultimi tre giorni di gennaio, i più freddi dell’anno, sono detti i giorni della merla.”
Pazzesco, sembrano tre giorni, ed invece sono due settimane che non scrivo nulla da queste parti.
Gli impegni lavorativi hanno assorbito la maggior parte del mio tempo; inoltre mercoledì scorso sono arrivati a Milano i genitori della Vale. Quasi tutto il nostro tempo libero è stato quindi dedicato a loro.
Sabato c’è anche stato il primo incontro tra i miei e i suoi … nonostante un po’ di timori, alla fine è andata bene 🙂
Siamo nei giorni della merla … e si sente …