Alla fine non abbiamo resistito.
Avevamo deciso di rimanere in Italia, di non fare nulla, di starcene tranquilli a casa.
Ancora una volta a voglia di andare via ha avuto la meglio, e quindi ci siamo regalati 4 giorni a Madrid.
Bello! veramente bello! La città è splendida: vie, piazze e monumenti; i musei, che io non amo particolarmente, infatti mi sono rifiutato di entrare al Prado, siamo però andati al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia a vedere Guernica … che spettacolo! Poi c’è la gente, tanta, tantissima in giro giorno e notte; addirittura più di notte che la mattina. Noi, facendo vita da turisti, non abbiamo mai fatto grandi notti folli, però il drink serale non ce lo siamo mai fatti mancare 🙂
Insomma che dire, davvero un bel viaggio, se pur breve.
Poi c’è stato il rientro. Uno arriva all’aereoporto di Madrid e vede una super struttura, progettata da un grande architetto, io non ricordo il nome ci vorrebbe la Vale che è esperta in questo campo, spazi enormi, tutto funzionale e funzionate.
Sali sull’aereo e atterri a Malpensa.
La differenza è a dir poco enorme: da una parte mega travi in acciaio colorato ancorate a piloni in cemento armato, qui da noi squallidi pannelli prefabbricati che dividono spazi angusti e poco funzionali. Insomma certo i due aereoporti non possono essere paragonati: il primo un super hub internazionale che smista milioni di passeggeri all’anno, il secondo, purtroppo, un piccolo aereoporto che nonostante le potenzialità non spiccherà mai il volo se le cose non cambiano in modo drastico.
Una volta scesi arriva il momento del ritiro bagagli: all’andata e quindi a Madrid, il tempo di arrivare ai tapis roulant, due minuti di attesa e via, esattamente come dovrebbe essere. ieri un’odissea. Scesi dall’aereo i monitor non indicano il tapis roulant su cui sarebbero stati scaricati i nostri bagagli; dopo 40, e dico quaranta, minuti (cazzo) di attesa finalmente si degnano di far partire quell’aggeggio che ovviamente dopo due minuti si blocca. Arriva finalmente un tecnico, vi lascio immaginare con quale voglia ed entusiasmo, che dopo aver trafficato un po’ fa ripartire il meccanismo e finalmente le valigie arrivano. Morale della favola: 55 minuti di attesa e 3 treni per la città persi.
Mi chiedo se è possibile una cosa del genere: far aspettare quasi un’ora per una roba che è di routine. In una città che avrebbe la pretesa di ospitare l’EXPO 2015, non siamo nemmeno in grado di gestire 4 bagagli in un aereoporto vuoto.
Ma almeno, per questa volta, i bagagli sono arrivati.